In un contesto aziendale che incoraggia l’advocacy interna e investe in strategie di Employer Branding, può capitare di sottovalutare il fatto che la presenza online non è un’abitudine per tutti. Per alcune persone, pubblicare contenuti e condividere esperienze lavorative sui social può essere a tutti gli effetti uno scoglio emotivo da superare.  

La paura può essere legata all’esposizione di sé stessi a livello professionale, al giudizio della propria rete di contatti, al timore di sbagliare tono, contenuti o di violare regole implicite della comunicazione aziendale. 

Dalla riluttanza alla formazione consapevole 

La riluttanza a esporsi sui social non è indice di pigrizia o insicurezza, ma spesso di una semplice mancanza di formazione e strumenti adeguati.  

Molti collaboratori non si sentono legittimati a parlare, temono di risultare autoreferenziali o poco pertinenti, oppure non conoscono le dinamiche e le aspettative tipiche della comunicazione professionale. Altri ancora hanno un rapporto limitato con i social o non hanno indicazioni chiare su cosa sia appropriato condividere in contesti legati al lavoro. 

Per questo, un programma di Employer Branding solido deve partire dalla formazione, offrendo alle persone competenze, linee guida e buone pratiche da seguire. Non serve forzare ma mettere ciascuno nelle condizioni di contribuire attivamente.

Quattro strategie per aiutare i collaboratori a comunicare online

 

1) Offrire strumenti e legittimazione per comunicare con consapevolezza 

In molti programmi di Employer Branding i collaboratori si trovano a dover affrontare un dubbio di fondo come: “Posso davvero condividere questa foto del team? È appropriato parlare del mio progetto?” 

Queste incertezze diventano i principali ostacoli alla partecipazione attiva anche perchè allungano i tempi di pubblicazione e generano ansie che appesantiscono un’attività che dovrebbe avere maggiore spontaneità. 

Per superarla è essenziale fornire due elementi chiave: strumenti pratici e un permesso esplicito. Un kit di comunicazione ben strutturato — con linee guida chiare, esempi di post, suggerimenti tematici e indicazioni su come interagire online — aiuta a dare forma e direzione ai contenuti.  

2) Co-creare i contenuti

Uno strumento di condivisione già strutturato per facilitare la pubblicazione può essere di grande aiuto fornendo contenuti pre approvati che il singolo ambassador dovrà solo personalizzare a suo piacimento prima di procedere con la pubblicazione.  

Mettere a disposizione risorse predefinite – come template e testi personalizzabili – semplifica la partecipazione, riduce le incertezze e i tempi di produzione dei contenuti e garantisce coerenza con l’immagine e i valori del brand. 

In questa direzione si inserisce Brand Booster, sviluppato da BEWE per supportare le aziende nei programmi di Employer Branding (vedi come implementarlo grazie all’ebook gratuito). Questo strumento consente di creare e condividere contenuti predisposti internamente, già pronti e personalizzabili, pensati per facilitare l’avvio della comunicazione e incentivare una partecipazione più fluida e spontanea. 

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3) Incentivare con gamification e micro-ricompense

Incentivare la partecipazione attraverso elementi di gamification, riconoscimenti simbolici o visibilità interna può attivare un circolo virtuoso e rafforzare il senso di appartenenza. Premi anche semplici – come badge, menzioni o classifiche – contribuiscono a motivare e coinvolgere. 

4) Agire sulla cultura interna

In un ambiente in cui condividere è visto come “mettersi in mostra”, o la cultura prevalente spinge a non esporsi perché chi si espone viene punito invece che premiato, nessuna strategia digitale potrà funzionare. Occorre lavorare sull’autenticità, sulla valorizzazione delle diversità comunicative, e sull’idea che raccontare il proprio lavoro non è vantarsi ma è contribuire allo storytelling aziendale. 
 

Il valore del racconto nella voce autentica delle persone 

Ogni azienda custodisce storie che meritano di essere raccontate. Ma perché emergano davvero, non basta chiedere alle persone di esporsi: è necessario creare un ambiente che le metta nelle condizioni di farlo con naturalezza, sicurezza e convinzione. 

Quando le persone sentono di avere supporto e libertà, iniziano a condividere ciò che le appassiona, come vivono il loro lavoro e cosa rende unico il loro contributo. È da qui che nasce una narrazione autentica, capace di rafforzare il legame tra brand e collaboratori e comunicarlo al meglio anche verso il pubblico esterno. 

 

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