Digital ROI, questo sconosciuto! Se brand e società di consulenza di tutto il mondo si impegnano infatti costantemente nell’utilizzo di metriche e strumenti di analytics per misurare il ritorno sull’investimento social e digital – per esempio su Facebook e Twitter, il suo calcolo sembra ancora un obiettivo molto lontano, a tratti irraggiungibile o comunque controverso. Non è un caso che, nell’opera 101 Contrarian Ideas About Advertising recensita anche da Riccardo Scandellari, Bob Hoffman abbia preferito parlare addirittura di ‘Ritorno dell’Ignoranza’.

In realtà, internet è il medium più misurabile: con la giusta prospettiva e gli strumenti adeguati, il calcolo del ROI può passare dall’essere un problema al diventare un elemento che riesce ad arricchire realmente il progetto globale di marketing integrato d’azienda.

Il Modello di analisi del Social Media ROI di Paolo Ratto

Già noi, nei mesi scorsi, ci eravamo proposti per offrire una specifica piramide del valore utile alla misurazione del social media ROI. Più di recente, Paolo Ratto ha pubblicato “Un modello di analisi del Social Media ROI”, un breve eBook molto interessante dedicato sempre al tema. In esso, il blogger e professionista di web marketing ha mostrato un framework utile agli addetti ai lavori per orientarsi all’interno del labirinto delle digital analytics.

Il modello propone 7 macro-indicatori di performance, suddivisi in funzione di 3 categorie principali e strumenti per potere analizzare al meglio ciascuna di queste ultime:

  1. Metriche ‘sociali’: si tratta delle metriche che hanno più a vedere con la sfera social. Alcuni esempi di social metrics sono i like di Facebook o il numero di follower su Twitter.
  2. Metriche ‘economiche’: ipotizzando un ideale percorso di conversione del web user, le metriche economiche riguardano la sfera di maggiore interesse per il Marketing Manager d’azienda.
  3. Correlazioni: si tratta delle metriche che misurano alcune azioni fatte dagli utenti in rete, difficilmente quantificabili in modo diretto e immediato.

Si tratta dunque di un framework che mostra il cammino dell’utente in funzione del livello di profondità della sua relazione nei confronti del brand o dell’azienda analizzata. D’altra parte, a detta dello stesso autore, il modello è elastico, applicabile cioè a vari livelli di profondità coerentemente con la complessità del singolo progetto.

Ma è possibile oggi trovare strumenti efficaci, che fungano da reali tool a supporto dei modelli e dei framework concettuali di riferimento riscontrabili nella letteratura e in rete? Un’opportunità molto valida è sicuramente offerta da ROIALTY.

Cosa è ROIALTY?

ROIALTY è l’app (web, social, mobile) di digital loyalty interamente sviluppata dal team BEWE che consente di sviluppare le potenzialità di «engagement» delle comunità sui social media, incrementando il loro coinvolgimento e stimolando acquisti su canali e-commerce e retail. Già da questa prima descrizione, è evidente la funzionalità del tool nella capacità di collegare metriche prettamente social e metriche di business.

A livello operativo, ROIALTY premia gli utenti autenticati connettendo i loro profili social e proponendo loro, in base al target di appartenenza, la produzione/condivisione di contenuti su blog/social media e piattaforme interne, la profilazione di interessi con la partecipazione a sondaggi e la promozione di prodotti/servizi attribuendo punti, badges e coupon di sconto personalizzati fruibili direttamente dal punto vendita online/offline.

L’app integra nativamente il calcolo del BEWE Influence Rank del singolo utente, la rilevazione delle citazioni provenienti da attività di web data monitoring, i top post/user da Social Intelligence e i flussi da/per sistema couponing, permettendo così di misurare (finalmente!) il ritorno dall’investimento di ogni iniziativa digital.

Conclusioni

Il web non è mai stato così ricco di dati, come insegna il tema ‘hot’ dei Big Data. Non utilizzarli al meglio, ovvero con modelli chiari, strumenti efficaci e strategie adeguate, permette ora come ora di posizionarsi in un contesto di digital late adopters sicuramente molto pericoloso. D’altra parte, i giusti strumenti permettono di coprire tutte le aree caratteristiche del customer journey, dall’awareness all’acquisto (o più in generale il lead) finale.

E voi, da che parte state? Pro o contro la misurazione del ritorno sull’investimento delle iniziative web e digital? Scoprite le funzionalità e il potenziale di ROIALTY per il vostro business!